I bambini amano gli animali e vorrebbero vederli dal vivo. Mia figlia ama gli animali, ma vorrebbe viverci insieme. Riuscite a immaginare un leone in camera da letto e un elefante in cucina? Beh, la casa ideale di Julia dovrebbe essere esattamente così. Ah, non dimentichiamo il coccodrillo in bagno.
I bambini hanno dovrebbero vedere gli animali nel loro habitat naturale e, se non è possibile portarli in Africa, una giornata allo Zoo Safari potrebbe essere una valida alternativa.
Nonostante sia emozionante per i più piccoli osservare gli animali da vicino, non amo vederli in un ambiente non loro nonostante siano tenuti abbastanza bene. Animali feroci che risultano stranamente docili. Tigri che sembrano mettersi in posa per qualche scatto da safari che i turisti di passaggio possono postare su instagram.
Tutto troppo calmo per spiegare a mia figlia che il leone, tante volte descritto come re della foresta, animale feroce e tanto altro, sia così tranquillo tanto da sistemarsi anche il ciuffo per uno scatto perfetto.
Gli animali devono vivere nel loro habitat. Lontano da ogni forma di prigionia. E, nonostante lo zoo safari sia una discreta prigionia, è pur sempre una prigionia.
La visita completa si divide in due percorsi, uno a bordo della propria auto e uno a piedi. Le tariffe variano a seconda delle attrazioni scelte e in base all’età. Noi abbiamo pagato € 24 l’ingresso adulto e € 20 il ridotto (4 – 10 anni).
Iniziamo il nostro tour in auto e, come entriamo, veniamo accolti da cerbiatti, daini e cervi che ci osservano annoiati dal loro riparo dall’afa estiva. Sono tutti al bordo della strada, all’ombra di grandi alberi. Tutti tranne lui, il cervo, che fermo in mezzo alla strada e ci fissa. Noi avanziamo lentamente e lui avanza lentamente. Noi ci fermiamo e lui si ferma. Chi attaccherà per primo? Fortunatamente viene distratto da un’altra auto che si sta avvicinando troppo al gruppo dei cerbiatti. Il cervo si sposta e va verso gli incauti turisti. Noi ci spostiamo e… CIAONE CERVO!!!
Superata l’area degli struzzi, entriamo in una prima gabbia e poi in una seconda. Avete presente quei film dei servizi segreti che per accedere al quartier generale si entra in un primo cancello che si apre e si richiude immediatamente e vi trovate dentro quattro mura, poi si apre un altro varco che dopo pochi secondi si richiude e così via e, ogni volta, pensate che è la fine perché non avete vie di uscita? Bene, l’accesso alle aree super protette è esattamente così!
Non aprire assolutamente l’auto. Non tirare giù i finestrini. Non dare da mangiare agli animali (aggiungerei, il pasto potreste essere voi). Benvenuti nella tana dei leoni.
Rassicurante! Soprattutto se si pena che il passaggio è obbligato. Entriamo e cerchiamo di essere quanto più naturali possibile. Il problema è che sono quasi le 14 e noi stiamo mangiando. Una cosa leggera, ovviamente. Il coinquilino ha comprato pane e mortadella e io sto preparando i panini in auto. Anche se i vetri dell’auto sono scuri l’odore della mortadella supera ogni confine e i leoni non sono stupidi. Posso percepire l’acquolina nelle loro bocche, quel senso di fame che ti allappa quando qualcuno sta mangiando qualcosa che ti piace mentre tu sei a dieta. Leone e leonessa si girano verso di noi, ci osservano, si leccano i baffi e non accennano il minimo movimento. Sembrano dei peluche.
Passiamo davanti al ranger e lui, da vero macho man, siede su una jeep aperta e mangia pane e qualche affettato. Il fucile è dietro. Lui sembra più peluche dei leoni, così calmo e sereno.
Mamme disperate di figli terribili a me. Portate i vostri cuccioli qui per farli calmare 😉
Dopo i leoni si entra nell’area super protetta delle tigri. Che belle le tigri! “Guarda Julia che belle che sono. Quelle due si avvicinano, si annusano, stanno giocando… ROARRRRRRR… OMG, stanno litigando!!!” Mentre il tiger ranger interviene, noi togliamo il disturbo.
Lasciate le tigri entriamo nell’area super protetta degli orsi. “Mamma che belli, sono piccoli. Ne prendiamo uno? Dai, dai, dai, me lo compri? Sono da soli. La mamma dove è?” – “Non saprei, sarà da qualche parte.” – Mi giro e vedo una cosa nera, grande e nera, tanto grande quanto nera. “Tana per la mamma. Oh oh, mi sa che non vuole giocare a nascondino…”
Terminate le aree super protette tiriamo un sospiro di sollievo. Forse troppo presto. Mentre osserviamo le giraffe veniamo aggrediti da uno struzzo. E la paura non è per noi, ma per l’auto che si rovina. E, cosa bella, lo struzzo a noi umani ci ignora. Si accanisce contro l’auto ‘sto struzzo (per non dire altro).
Vietato dare cibo agli animali!
E’ scritto a lettere cubitali ovunque, ma le persone ignorano i cartelli e danno cibo alla qualunque (andatelo a dare ai leoni se avete il coraggio!). L’auto davanti a noi con due bambini dentro lasciati liberi di fare il caos più totale continuano a dare da mangiare a chiunque, giraffe, struzzi, cammelli e poi si spaventano se gli animali si fanno più insistenti.
Al nostro passaggio, ovviamente, le giraffe cercano di entrare come meglio possono nella nostra auto per racimolare qualche briciola, ma la nostra auto è un bunker e no, pane e mortadella non te lo do!
Terminato il percorso, lasciamo l’auto nel parcheggio semi custodito (costo € 2,50) e proseguiamo a piedi. Qui si possono ammirare le scimmie, le testuggini, i rettili, i pesci e… le blatte!??!?!?!??! Ma stiamo scherzando? Sono partita da Roma per venire qui ad ammirare le blatte? Allora me ne stavo a casa!
Dopo gli animali della fattoria e i grandi mammiferi, entriamo nell’area delle scimmie a bordo di un blindatissimo trenino su gomma.
Questa volta non sono gli animali ad essere in gabbia, ma noi umani. E’ consentito dare da mangiare alle scimmie e loro lo sanno benissimo. Cioè lo sanno tutti tranne noi che non abbiamo alcuna forma di cibo da offrire. Si aggrappano alle gabbie e strillano reclamando la loro nocciolina e si staccano solo quando ritengono il loro bottino sufficientemente consistente.
L’ultimo animale che vediamo è il più solitario, il più triste, il più umano… l’orango. Lo osservo mentre fa lo sbruffone con un gruppo di visitatori e capisco che la sua è solo una corazza. Percepisco che, come molti esseri umani, è un duro dal cuore tenero. Si dirige verso di noi, lo fisso, mi fissa. Rimaniamo così per qualche istante. Nei suoi occhi leggo tristezza. Quegli occhi così neri, così profondi, così umani.
Vedendo il mini blog qui sotto potrete rivivere la nostra breve, ma intensa giornata con gli animali e… Buona Visione..