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12 Maggio…da San Diego a New York

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Oggi la sveglia è tremenda, suona inesorabile alle 3.00 di notte. Ci alziamo senza capire bene chi siamo, dove siamo e, soprattutto, perché lo stiamo facendo. Fortunatamente le valigie sono già belle pronte dalla sera prima. Ci facciamo una doccia veloce e, senza neanche rendercene conto in particolar modo senza neanche la colazione, ci ritroviamo in auto pronti a raggiungere l’aeroporto, cioè il parcheggio dove si lasciano le auto prese in affitto che non si trova proprio in aeroporto. Finalmente arriva la nostra navetta, saliamo con i mille bagagli e con Julia che è sempre più sveglia di noi ed andiamo verso il gate. Primo gate scendono tutti così scendiamo anche noi, “Siamo sicuri sia quì?” “Certo, scendono tutti!”. Una volta scesi comprendiamo che è il gate sbagliato. DI farla a piedi neanche la minima idea visto che bisogna attraversare una strada molto pericolosa e poi continuare a camminare per un bel po’. Fiduciosi attendiamo il prossimo bus che non è il nostro, ma ci porta, gentilmente, al gate corretto. Grazie Grazie (mancia) grazie grazie. Ci dirigiamo subito al check in della nostra compagnia per poi capire che lo dobbiamo fare tramite terminale da soli. Noi odiamo il terminale da soli perché se sbagliamo adios. Spazientita ed innervosita arriva in nostro soccorso l’addetta preposta che ci aiuta mugugnando qualcosina. Perfetto cara signora, anche lei ha sbagliato perché ha messo mia figlia come figlia di mia madre. Non è un problema, va bene così, è solo la presenza sul posto in aereo e nel biglietto. “Sicura?!??!??!?!?!?” Successivamente consegniamo i bagagli e, finalmente dico proprio finalmente, andiamo a fare colazione. In aeroporto prima del metal c’è uno starbucks, perfetto ho veramente fame (senza colazione non inizia la mia giornata anche se parliamo dell’alba). Preparo la colazione a Julia, preparo la mia, finalmente mi siedo e… “è tardi, dobbiamo andare, altrimenti perdiamo l’aereo. Dobbiamo ancora passare i controlli”. (Addio colazione mia, sei stata breve ma intensa.) Buttiamo i cappuccini ed andiamo ai controlli con mia madre furiosa per non aver terminato il suo cappuccino. Sono scrupolosissimi, ci controllano tutto, analizzano il biberon di Julia e la mia mano per capire che tipo di sostanze ho (dalla mia faccia da addormentata capite benissimo che non sono stupefacenti). Passati dall’altra parte senza problemi ci dirgiamo al gate, ci mettiamo in attesa con mia madre che si lamenta perché avrebbe avuto tutto il tempo di bere il suo cappuccino con calma, chiamano il nostro volo, ci mettiamo in coda rispettando i settori, cioè io Massi e Julia ci mettiamo in coda rispettando i settori. I miei genitori vanno avanti ed entrano senza aspettarci. Arriva il nostro turno e lo steward guardando il mio biglietto mi dice che la bimba non è inserita e non può passare. Spiego che la tipa l’ha inserita sul biglietto di mia madre, mi dice di consegnare il biglietto di mia madre, spiego che è già dentro, mi dice di chiamarla, chiedo di poter entrare per chiamarla, mi dice che non si può. Quindi? Che facciamo? Chiedo se può verificare da terminale il ticket di mia madre, cerchiamo insieme tra i passeggeri (evviva la privacy) e mi dice che è ok, possiamo passare. Anzi no! Arriva il pilota che gli bisbiglia qualcosa nell’orecchio, capto qualche parolina e con le mie doti creative, creo il mio film. Mi giro e dico a Massi che è successo qualcosa a New York ma non ho capito cosa e che il volo è bloccato. Tempo 5 secondi e lo steward annuncia che il volo è bloccato per problemi a New York. Non verrà cancellato, ma subirà ritardi. Dopo circa 10 minuti vediamo riemergere dall’aereo i miei genitori… welcome! Mia madre riprende a lamentarsi per il cappuccino non bevuto cosìdecidiamo di andarle a comprare la colazione. Leggiamo, giochiamo, dormiamo, giriamo per negozi e dopo qualche ora richiamano il nostro volo. Io, Massi e Julia rimaniamo seduti con calma perché siamo l’ultimo settore ad entrare. Ci giriamo e notiamo i miei genitori primi della fila pronti ad entrare, caccio un grido richiamando l’attenzione di mia madre perché dobbiamo entrare tutti insieme visto che Julia è inserita nel suo biglietto. Finalmente in aereo, posti scomodissimi, stretti stretti, quasi 5h di volo e non passano nulla da mangiare. Compriamo qualcosa giusto per spezzare la fame e la paghiamo più dell’oro (non ci siamo portati nulla perché eravamo convinti di pranzare a New York, ma il ritardo del volo ci ha colti impreparati). Finalmente atterriamo nella Big Apple, recuperiamo le valigie e ci dirigiamo in hotel a bordo di un taxi ammirando i grattacieli che popolano questa bellissima città. L’hotel è veramente in posizione centrale, molto bello e le camere non sono niente male, non il lusso del Venetian, ma non ci possiamo certo lamentare. Dopo una piccolissima sosta in camera, ci catapultiamo in strada. Come usciamo dall’hotel ci troviamo davanti la Carnegie Hall, una delle più importanti sale da concerto di musica classica e leggera a livello mondiale. Sulla sinistra abbiamo il Central Park e sulla destra Times Square. Ci dirigiamo, ovviamente, verso Times Square che con le sue mille luci non ci fa capire che è sera. Giriamo sulla Broadway e mia madre inizia ad entrare ed uscire da ogni tetaro che incontra. Decidiamo di cenare alla Pizzeria John’s Pizzeria. L’entrata è quella di un pub, ma mi ha ispirato anche se non so spiegare perché. Nonostante sia pienissima ci trovano un posticino e ci portano subito la pizza per Julia che ha apprezzato divorandola. Si mangia molto bene ed il personale è gentilissimo. Il cameriere si è stupito quando abbiamo ordinato 4 pizze perché ci ha spiegato che con una pizza si mangia in  2 o 3 persone. Abbiamo risposto che siamo italiani e che la pizza non sarà mai troppa per noi. Quando ha visto che le avevamo terminate tutte ci ha fatto i complimenti. Fuori dal locale abbiamo fatto l’incontro con un poliziotto speciale di cui JP si è subito innamorata. Diciamo che è stato amore reciproco;) Abbiamo fatto un giro da Aeropostale, uno store simile ad Hollister con tanti vestiti colorati ed un commesso troppo simpatico che accoglie i clienti a passo di danza e con il quale mia madre si è esibita in un passo a due davanti a tutti. Tappa successiva  l’M&M’S Store dove diventiamo tutti bimbi affascinati dai tanti colori, dai mille confetti di cioccolato racchiusi in tubi in base ai colori. Stanchi ma felici torniamo in hotel dopo aver fatto delle piccole soste nei vari negozi di souvenir. Finalmente in camera decido di organizzare lo zaino per il giorno dopo, tiro fuori tutto e…e…un coltello?!???!?!? Abbiamo passato il check in con il coltello acquistato a San Diego, siamo saliti in aereo ignari di ciò che portavamo con noi e nessuno ci ha fermati!?!???!?!? Mi hanno analizzato la mano, ma non mi hanno sequestrato un coltello… Benissimo! Finalmente a letto, abbracciata al mio orsacchiotto umano che è abbracciato al suo orsacchiotto Teddy possiamo goderci un po’ di riposo, ma…

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Welcome to New York

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Carnegie Hall, NY

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Carnegie Hall NY

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7th Ave, NY

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7th Ave, NY

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Il nostro Hotel

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Taxi in NY

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Times Square in black and white

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Times Square

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John’s Pizzeria

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Horse police

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M&M’S Store

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