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Ci vediamo alla METRO

L’ho sognato, desiderato per anni… bello come il sole! Invidiavo le mie amiche (in senso buono ovviamente), volevo essere al loro posto. Le osservavo mentre uscivano con lui, il sogno delle adolescenti. Io avevo il divieto assoluto di sfiorarlo, guai ad avvicinarmi. E, visto che sono una che le regole le segue (anche troppo), non ci sono mai andata né da sola né dietro. Poi, un giorno i miei sono impazziti (fortunatamente) e mi hanno regalato lui… lo scooter!

Il mio primo 2 ruote era grigio, cilindrata 50, un nome simpatico… Flipper! Sì, una presa in giro continua. Ma stica, io avevo lo scooter e per me poteva anche chiamarsi Ugo, non mi interessava. Ricordo ancora la prima volta che sono montata in sella, un giretto piccolo solo per prendere confidenza. Avevo le gambe che mi tremavano, le mani che mi sudavano, ero a mezze maniche per quanto ero emozionata (era dicembre comunque). Solo la salita del garage e 10 metri sotto casa per farmi vedere da mia madre. Con il mio casco grigio con scritto Flipper (già esisteva il combo) esco dal garage, imbocco la rampa e… mi schianto sul muro. Fortunatamente andavo a 1 all’ora e non ho fatto troppi danni. Ah, mia madre dopo 20 minuti di attesa mi ha vista tornare a piedi un po’ malconcia.

Con Flipper la storia è durata qualche anno, poi ho deciso che era arrivato il tempo di crescere. Prima ancora di prendere la patente A, ho acquistato lui, il vero amore, l’SH150. Avevo lavorato e risparmiato per poterlo acquistare in contanti. Immatricolato in agosto non poteva che chiamarsi Lion. E così, da un delfino a un leone il passo è stato breve. Ero tanto orgogliosa di me quanto di lui. Abbiamo vissuto anni felici, storie incredibili, abbiamo riso tantissimo e pianto anche, abbiamo percorso km e km, abbiamo guidato con il sole e con la pioggia, siamo andati insieme ovunque.

Motorizzazione per l’esame della Patente A

Arrivo in sella al mio scooter un po’ agitata. Mi cazziano subito perché sono in scooter e non ho nessuno che mi ha accompagnata in auto. Però! Sono ospitali alla motorizzazione.

“E se ti boccio che fai? Come torni a casa? Questo scooter non si può guidare senza patente. Sei venuta da sola guidandolo?”

“No! Sono venuta da sola a piedi e lui mi ha seguito.”

“Va beh, fai questo percorso e poi esci in strada. Ci vediamo alla Metro. Sai dove è la Metro?”

“Certo!” – silenzio –

“Mi scusi, dove è la metro?”

“Esci, svolti a destra e te la trovi davanti.”

Esco, svolto a destra e la metro non c’è. Giro nuovamente a destra e ripasso davanti alla motorizzazione.

Esco, svolto a destra e la metro non c’è. Giro nuovamente a destra e ripasso davanti alla motorizzazione.

Dopo 5 giri e una bambolina vinta, vedo due braccia farmi segno di fermarmi.

“Ti stanno aspettando alla Metro!”

“Ma io la metro non la vedo.”

“Come giri a destra te la trovi davanti. Devi attraversare l’incrocio, c’è scritto enorme M-E-T-R-O. Vai, sbrigati!”

Esco, giro a destra, alzo lo sguardo e davanti a me leggo METRO scritto in caratteri enormi. Caxxo, non era la fermata della metro ma la Metro il supermercato. Ora che gli dico?

“Salveeeeee.” Sorriso a 64 denti.

“Ma si può sapere che fine hai fatto? Ti stiamo aspettando da un po’. Ho dovuto chiamare la sede.” Volto scuro.

“Mi scusi, ma quando ha detto ci vediamo alla Metro io ho capito la fermata della metro e sono 10 minuti che faccio giri per cercarla.”

“Me stai a pija per culo?”

“Purtroppo no.”

“Ringrazia che mi stai simpatica. Va beh, torniamo in sede.”

“Ma sono appena arrivata. Posso fare qualcosa?”

“Hai già fatto abbastanza!”

Metro

Patente presa. Io e Lion siamo tornati a casa ridendo come matti. Avrei dovuto capire che ne avremmo passate tante altre insieme lui ed io…

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