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Puccia, Furby e Materna

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Perfetto, sono le 18.30 e hai giusto il tempo di correre a prendere la metro, passare da casa solo per cambiarti e raggiungere le mamme al consueto aperimamme. Perfetto un par di …, la metro è chiusa (che strana novità aggiungerei). Piano B, autobus ma non sai quale. Ti suggeriscono il 628 e ti appunti sulla mano con la penna questo fantastico numero (la cosa ti fa tornare ai tempi del liceo e alle mani piene di scritte per superare compiti e/o interrogazioni). Arrivi alla fermata spaesata e pensi ora mi perdo ora mi perdo. Poi arriva lui, il 628 vuoto, che fortuna pensi tu. Certo, poi arrivi alla fermata successiva e si riempie di poveri lavoratori che come te sono stati beffati per l’ennesima volta dalla metro di Roma. Annoiata e stanca guardi fuori dal finestrino e non immagini che stai per gustarti un bellissimo tour della capitale… Ara Pacis, Via del Corso, Piazza Venezia, Circo Massimo, Terme di Caracalla… a mano a mano ti passa il nervoso ed un sorriso nasce spontaneo perchè Roma è bella e fare la turista ti piace tanto. Poi arriva il messaggio della tua consuocera (sì, mia figlia 2 anni ha già una suocera) che vuole venire a salvarti con la sua auto.

“Dona scendi che arrivo”

“E’ salito uno carino. Vengo con l’autobus che non è tanto male”

“Mi stai tradendo per uno sconosciuto?”

“Mmmmmmmm….si”

E lui si siede accanto a te, non proprio accanto accanto perché in mezzo c’è il corridoio. Ti guarda e fa una faccia strana. Ti guardi anche tu e poi capisci…è attratto dal dolce e tenero Furby che tieni tra le braccia. Lo guardi meglio e pensi che poi non è così carino e poi “Ok ragazzino, sono vecchietta ed ho il Furby. Che c’è di male!?!??!?!”.

Finalmente arrivi al capolinea, scendi e di corsa vai all’appuntamento senza passare da casa, senza poter lavare via la presenza dell’ufficio dal tuo corpo. Così ti presenti con una borsa che pesa un quintale, la shopper e lui, il dolce e tenero Furby. Questa sera non siamo tutte ed il locale è tutto per noi. Gusto Più a Ponte Lungo dove si può gustare un’ottima puccia pugliese. Io divido ogni puccia con R, questa sera abbiamo fatto il tris (no comment!) per poi terminare con l’immancabile puccia con la nutella. Ordine del giorno, o meglio della serata… Scelta della materna (mi hanno fatto venire il panico e quindi ne parleremo meglio in un altro post), casse (e non aggiungo altro), scelta della materna, strani amori (quì si aperto un universo parallelo e la povera R con la sua vita normalissima si è sentita a disagio ed ha chiesto scusa a tutte), scelta della materna, compleanni presenti e futuri, scelta della materna… Ho detto scelta della materna?!?! Questa sera abbiamo fatto il passo in più ed abbiamo chiesto ai due ragazzi proprietari del locale i loro nomi… Matteo e Fabio… questa sera anche loro hanno fatto il passo in più ed hanno chiesto se siamo noi le mamme che hanno sentito alla radio. No, non siamo noi. Cioè, ci stai dicendo che vengono delle mamme che sono anche in radio e si spacciano per noi?????? Le Mamme Appio siamo solo noi e questa cosa deve essere ben chiara.

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Ad un certo punto ti ricordi che non hai più l’età per fare così tardi, che il giorno dopo ti devi svegliare all’alba, che a casa c’è chi ti aspetta e che l’ultima volta sei rientrata di nascosto e sei stata beccata lo stesso. Saluti tutte, baci e abbracci, xoxo, vi lovvo, saluti anche Matteo e Fabio ed esci da lo locale nel cuore della notte. E mentre vai verso casa incontri dei ragazzi che ti guardano in maniera strana (ancora? ma che c’ho stasera!?) e poi ti guardi anzi lo guardi, il piccolo Furby che tieni in mano. Riguardi i ragazzi, accenni un mezzo sorriso e mostri contenta il nuovo inquilino della casa (casa? Un condominio direi).

ULTIMA VOLTA… dopo la puccia andiamo a prendere i cornetti in Via Albalonga (zona Re di Roma), il tutto passeggiando tranquillamente per poi guardare distrattamente l’orologio e capire che la mezzanotte è passata da un po’, la carrozza si è tramutata in zucca, i cavalli sono tornati ad essere topini e le scarpette iniziano a farti male. Arrivi a casa, metti la chiave nella toppa, giri piano per non fare rumore (ti addormenti di sera e ti risvegli col sole… scusate, i è venuta in mente la canzone), entri e noti un piacevole silenzio. Piano piano ti spogli, cammini in punta di piedi, ti prepari per la notte, ti metti a dormire senza toccare il letto per evitare di muoverlo e svegliare tutti. Sì, perché loro dormono beati e si sono presi 3/4 del letto. Quando finalmente pensi di essere distesa e di averla passata liscia senti la voce del coinqui “Ti rendi conto che ore sono! E meno male che hai detto esco a fare un aperitivo con le mamme, per le 22 al massimo sono a casa”. – “Scusa papà, non mi sono resa conto del tempo che passava”. Chiudi gli occhi e per un istante ritorni ad essere adolescente.

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