Sveglia presto e solita colazione da Starbucks. Oggi ci attende una visita molto carina… passeggiata a piedi sul Golden Gate. Ci aspetta tanto freddo, ma una vista veramente da perdere il fiato. Con l’autobus Hop On Hop Off siamo arrivati fino all’inizio del ponte percorrendo strade periferiche e scoprendo altre realtà di questa città. Iniziamo il percorso a piedi sul ponte mentre accanto a noi sfrecciano le auto. E’ una camminata abbastanza lunga, ma la vista sullo skyline di San Francisco non ci fa sentire la fatica, ogni tanto veniamo colpiti da raffiche di vento che ci sembra di volare giù da un momento all’altro. Guardare giù, verso l’oceano, incute un po’ di timore e pensare che qualcuno si è anche suicidato lanciandosi dal ponte verso le acque gelide sottostanti mi fa tornare in mente coloro che hanno tentato la disperata fuga da Alcatraz. Assorta nei miei pensieri con gli occhi fissi verso l’oceano e lo skyline di SF vengo colta da un rumore, un calabrone gigante ci sta puntando, poi mi scuoto e metto a fuoco un elicottero che vieni verso di noi per poi passare sotto il ponte proprio alla nostra altezza e risalire con tranquillità per poi tornare verso la città. Peccato non aver avuto il tempo di scattare una foto. Distolgo lo sguardo e vedo una canoa ribaltarsi ed una sagoma nera abbastanza piazzata vicino al tipo che si aggrappa alla canoa. Osservo meglio e capisco che si tratta di un leone marino o una foca e sono lì uomo-animale che si fissano anzi sembra proprio che la foca o chi per lei stia incitando l’uomo a risalire a bordo del suo mezzo… certe volte i veri umani non siamo noi!
Arrivati dall’alltra parte del ponte ci aspetta la passeggiata verso Sausalito. Il nostro autobus ci parte davanti agli occhi e dicidiamo, quindi, di proseguire a piedi. In fin dei conti 15 minuti di cammino non ci mettono paura. Chiedo all’autista di un altro autobus quanto dista Sausalito…45 minuti su strada non bella… ma non erano 15? Bene, lo ringrazio con un sorriso incerto e mi avvio con il passeggino, ma lui ci ripensa… “Hai una bimba, vieni con noi. Dai ti porto io”… Grazie, grazie di cuore. Truppa esci dal cespuglio 😉 Saliamo sull’autobus sotto gli sguardi incerti degli altri ospiti che, ovviamente, si chiederanno chi siamo. Ci accomodiamo in fondo, in piedi, con Julia che piange durante tutto il tragitto. Arrivati a destinazione scendiamo salutando tutti che tornano a sorridere e ringraziando tantissimo il gentile autista… si è meritato la tip 😉
Sausalito la ricordavamo diversa, più bella, più particolare. Tutti noi abbiamo avuto un velo di delusione perché in 15 anni è cambiata o forse siamo cambiati noi aspettandoci quel quid che purtroppo non abbiamo trovato. Tanti negozietti di abiti, ma nulla di originale e carino. Abbiamo pranzato in un ristorante apparentemente molto snob che si è rivelato un bel posto tranquillo con ottimo cibo che JP ha apprezzato molto. Poggio Italian Restaurant 777 Bridgeway Sausalito, CA. Per cambiarla siamo dovuti uscire e raggiungere il primo piano prendendo un ascensore che sembrava un montacarichi. Arrivati in una sorta di hotel abbiamo cercato il bagno nel quale non abbiamo trovato il table per poterla cambiare così abbiamo aperto una porta e siamo entrati in una sala e l’abbiamo cambiata sul tavolo. Uscendo abbiamo letto la targhetta ed abbiamo sussurrato… buon meeting! Dopo pranzo siamo tornati in autobus a casa con in mano gli unici acquisti fatti… oggetti per il prossimo Natale acquistati in un negozietto monodedicato alla festa.
Tornati a San Francisco decidiamo di fare una passeggiata sul lungo mare per poi andare al Pier 39 a vedere i leoni marini e a fare un giro sui cavalli nella giostra che si trova in mezzo alla piazzetta, una sorta di istituzione del luogo (un po’ come la nostra a Piazza Navona per la Befana). Massi mi vede fissare un piccolo ciondolo Pandora attraverso la vetrina e decide di regalarmi il cable car limited edition creato appositamente per la città di San Francisco… wow, è stupendo. Altri giri per negozi in cerca di qualche souvenir da portare in Italia e ci dirigiamo verso l’hotel per sistemare le valigie in vista della partenza dell’indomani. Lungo la strada facciamo una sosta in un negzio molto carino, il Rainforest Cafe, sembra una jungla e con la scusa di fare acquisti per la piccola del gruppo ci proviamo cappelli strani e non solo.