COLL? – Scusa, cosa significa COLL? – Castro, Otranto, Lecce, Leuca. Semplice, no?! Sono le città salentine che abbiamo visitato di sera, quando il tramonto offre la luce perfetta per scatti indimenticabili.
CASTRO come più volte anticipato in questa località, che abbiamo scoperto per caso, abbiamo preso casa. Castro si divide in due, la parte storica di origine medievale situata su un promontorio e la parte sul mare con il suo porto. Non so perché ma la immaginavo come un paesino-ino-ino, tipo Stipes il paese dei miei nonni che si trova su Lago del Turano. Il navigatore ci stava aiutando a trovare la strada o forse ci stava aiutando a perderci perché abbiamo iniziato a girare per stradine strette, senza asfalto e senza nomi… Andiamo proprio bene! “Signorina, sicura che dobbiamo girare quì?” – Si, era decisamente sicura. Davanti a noi ci siamo trovati un panorama da cartolina, tante casette una vicino all’altra, su un promontorio, controllate da un bellissimo castello aragonese. “Wow, ma è questa Castro?” – “Destinazione a 500 metri” – “Grazie, signorina. Gentile e puntuale come sempre”. Bene, noi dovremmo girare a destra ma un vigile ci chiude la strada. “Scusi, noi dovremmo andare in Via Tal dei Tali.” – “Si, dovreste passare di quì, ma la strada è chiusa, c’è una festa. Allora fate così, andate a dx poi sx, poi di quà poi di là, poi su poi giù e poi…” – “Grazie, molto gentile.” – ” Coinqui, tu hai capito?”. Non si sa come, ma alla fine siamo arrivati a destinazione.
Casa carinissima, salottino con angolo cottura tutto in stile nordico. Nulla lasciato al caso, ma studiato nei minimi particolari. Camera da letto spaziosa, con un grande armadio, la tela perfetta sul letto quella di New York e uno specchio stupendo, di quelli che modificano un po’ la realtà e ti fanno magra, lo specchio che tutte dovremmo avere nella nostra vita. Il bagno talmente grande che io e Julia lo avevamo preso come pista da ballo. La parte più bella della casa è il soffitto, altissimo e a volta. Tutte le sere prima di addormentarmi lo fissavo e tutte le sere prima di addormentarmi venivo catapultata in un’altra epoca.
La parte meno bella è l’ingresso subito sulla strada con quei 2 scalini che se non li prendi bene ti ritrovi, magicamente, seduta nella prima auto che passa. Quegli scalini che sono tipici delle case salentine e se non li hai sei pugliese solo a metà, quegli scalini che erano diventati il suo gioco preferito.
E lei amava giocare con quel filo di vento che le muoveva i capelli, ridere con gli stranieri che passavano e parlare, in non so quale lingua, con le anziane del posto.
A 100 metri da casa c’era tutto, ristoranti, supermercati, edicola, tabacchi, bar, castello.
Visto che il colpo di fortuna capita quando meno te lo aspetti, il nostro colpo di fortuna si chiama Castro Wine Festival, la festa delle eccellenze vinicole salentine. E così, mentre tutti barcollavano da uno stand all’altro con il loro calice attaccato al collo stile San Bernardo, noi giravamo sobri e non perché non beviamo, ma solo perché stavamo male. Io con le mie medicine per raffreddore, mal di gola, mal di testa, mal di tutto, lui con le sue medicine per il mal di schiena. Due rottami in vacanza, lo so. La mattina lo avevo sentito alzarsi all’alba ed andare in cucina. Che carino, è andato a preparare la colazione (avevo pensato). Mi sono alzata poco dopo senza sentire l’odore del caffè e la cosa iniziava a mettermi dubbi sulla colazione. Lo avevo trovato sul divano con lo sguardo perso nel vuoto ed un cuscino tra le braccia “Sto male, non riesco a muovermi”. – E, così, le nostre medicine ci hanno fatto vivere da sobri una serata tra i vini salentini, però ci siamo divertiti lo stesso.
Con grande gioia di JP è stato possibile visitare il castello aragonese, eccezionalmente aperto per l’occasione. Dal piano superiore, oltre ad ammirare la bellissima vista sul mare, è stato possibile osservare attraverso dei telescopi professionali Saturno con i suoi anelli, Marte il rosso e Giove con le sue lune.
Non potendo fare degustazione di vini ci siamo dati alla degustazione dei dolci.
Castro by night vi stupirà con la sua bellezza e la sua magia oltre che con le sue innumerevoli feste (non scherzo se dico che ho partecipato a più eventi quì in due settimane che a Roma in più tempo), mentre di giorno oltre alla piacevolissima passeggiata attorno al castello è quasi d’obbligo visitare la Grotta Zinzilusa, nome dovuto a un complesso di concrezioni di stalattiti e stalagmiti che ornano la sua galleria e che hanno l’aspetto di stracci stesi che, nel dialetto locale, si chiamano zinzuli.
Una parte della grotta, quella non visitabile, è tutt’oggi abitata da piccoli animali risalenti a moltissimi anni fa. Nel punto in cui non è più possibile andare oltre si possono notare sulle pareti alcuni nomi e precisamente i nomi degli operai che hanno contribuito a ripulire la grotta dal guano.
La grotta prima era interamente sommersa dal guano perché al suo interno vi abitava una colonia di pipistrelli ed era talmente tanto che ci si camminva sopra e i nomi alle pareti sono stati proprio scritti con il guano. Quando si dice un lavoro di m…
Ma Castro è sinonimo anche di lunghe passeggiate con lo sguardo verso il mare e di bellissime gite in barca.
E per un’ottima cena vista mare vi consiglio il ristorante Gli Archi a Santa Cesarea Terme. Personale gentilissimo, cibo ottimo ed una vista mozzafiato.
OTRANTO abbiamo parcheggiato in una stradina anonima, abbiamo percorso pochissimi metri a piedi e ci siamo trovati davanti le mura difensive della città e da lì siamo entrati nel borgo storico.
Queste cittadine hanno tutte il castello e sono tutti tenuti benissimo, talmente ben messi da dare quell’impressione di vivere per un attimo nel passato. A contrasto con la storia c’è il moderno dei locali, un pochino fastidioso alla vista, ma mai troppo nauseante. E poi immagino che per i turisti mangiare ammirando la storia sia una sensazione bellissima. Otranto è un insieme di vicoli, negozi e locali, è quasi impossibile uscire dalla città senza un souvenir.
Tra una bottega ed un locale è possibile imbattersi in una chiesa, una vista sul mare, un dettaglio storico che sembrano essere stati messi lì per caso, come disegnati dalle sapienti mani di un pittore.
Proprio sbucando da un vicolo anonimo ci siamo ritrovati sulla terrazza da dove abbiamo potuto gustare una buona pizza al metro, presso la Pizzeria 3000, godendo del panorama mozzafiato con vista sul porto, ma copritevi bene perché il vento soffia continuamente e ci si ammala che è una bellezza.
Nelle giornate più limpide è possibile intravedere dalla costa le montagne dell’Albania, distanti solo 70 miglia marine. Fra una viuzza e una stradina, si raggiunge la parte del porto che ha rappresentato per molto tempo il luogo delle principali attività economiche di Otranto, basate prevalentemente sulla pesca e sugli scambi via mare, prima che il turismo occupasse una posizione primaria. Otranto non è solo storia, ma anche natura soprattutto mare. Un mare cristallino come quello che si può ammirare nella Baia dei Turchi, luogo storico in cui approdavano i soldati turchi. Non si può che rimanere affascinati davanti ai Laghi Alimini, due bacini di cui uno con acqua dolce e l’altro con acqua salata o davanti a Torre Sant’Andrea e Torre dell’Orso con i tipici faraglioni che si ergono dal mare creando giochi di forme e storie leggendarie, come il mitico scoglio delle Due Sorelle.
LECCE una città a metà tra l’epoca romana e quella del Regno di Napoli con il suo anfiteatro romano e i suoi palazzi barocchi. Entrati in città siamo stati accolti dal traffico, dallo smog, ma anche dalla gentilezza degli abitanti.
Abbastanza difficile trovare parcheggio nel centro ma, grazie ad un po’ di fortuna, abbiamo trovato un posto davanti alla Villa Comunale, luogo di ritrovo di famiglie grazie anche alla presenza di un parco giochi.
Entrati da Via S. Francesco D’Assisi ed usciti su Via XXV Luglio, una volta attraversata la Prefettura, ci siamo ritrovati nella parte storica direttamente proiettati verso Piazza S. Oronzo dove si trova la colonna con la statua del Santo.
Lecce è una città piena di giovani con tanta movida notturna, grazie anche alla presenza dell’Università dove molti ragazzi del sud decidono di studiare.
Assolutamente da provare è la Puccia a L’Angolino di Via Matteotti, localino non molto grande dove si può gustare la tipica puccia leccese. Una sorta di panino riempito con la qualunque, salumi, verdure, formaggi, polpette, carne di cavallo. Io mi sono fatta riconoscere con la mia semplicissima puccia cotto e mozzarella, un oltraggio alla loro cultura. Ero partita prevenuta, scarpe alte e chiuse, perché mi era stato detto che la città era piena di blatte. Beh, non ne ho vista neanche una e sono rimasta colpita dalla pulizia delle strade e dalla gioia degli artisti di strada. Una città molto carina nonostante non abbia il lungomare.
LEUCA assolutamente da visitare al tramonto quando il sole rende magica l’atmosfera al faro ed è possibile scattare foto dai colori unici.
E’ la parte più meridionale del Salento e proprio quì si incontrano i due mari, lo Ionio e l’Adriatico, il punto esatto lo si può ammirare dalla terrazza del faro, o almeno così ci vogliono far credere. Infatti sembra che, in realtà, i due mari si incontrino verso Castro o, ancor più plausibile, nel Canale di Otranto a Punta Palascia.
Di Leuca ricordo con estremo piacere il bellissimo panorama osservato dal faro, soprattutto il porto baciato dai dolci raggi del sole al tramonto mentre non ho propriamente un bellissimo ricordo della cittadina in sé.
Carina, ma senza esagerare.
Abbiamo cenato in uno dei localini sul lungomare, senza infamia e senza lode. In una delle bancarelle presenti abbiamo acquistato le famose mandorle fresche che tutti i giorni sentivamo nominare in spiaggia. Beh, io mi aspettavo delle mandorle giovani,verdi, ed invece sono delle mandorle che si conservano in acqua. (immagine sotto presa da internet)
Molto buone, si mangiano con tutta la buccia e non sono secche ma neanche troppo morbide. Dopo cena abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare, ma niente di troppo speciale e se Leuca cittadina è tutta lì diciamo che deve ringraziare il faro, la chiesa e la leggenda dei due mari se è così famosa.