Buongiorno. Ma siamo certi sia proprio un bel giorno?!?!
Vi avevo detto che avevo ricevuto un bel regalo? Si, ve lo avevo detto. In fin dei conti, dove è il problema? Ah, siamo su un’isola e il mare è tutto attorno a noi, evitarlo sarebbe quasi impossibile. Però siamo al centro dell’isola e per arrivare a Varadero mancano ancora almeno 5 giorni, quindi nessun problema.
Oggi salutiamo Camaguey.
Salutiamo Camaguey solo dopo aver sistemato, nuovamente, le valigie. Ve l’ho detto che sono un’esperta nel fare le valigie? Chiedetelo al coinquilino. Anzi no!
Riprendiamo il nostro viaggio nella Cuba più nascosta, quella che in pochi conoscono. La Cuba più affascinante, più poetica, più vera.
Arriviamo nella cittadina di Sancti Spiritus in tempo per il pranzo e, soprattutto, in tempo per i festeggiamenti. Sì, perché la squadra locale di baseball è arrivata in finale. E ai cubani piace davvero tanto festeggiare.
Giriamo tutta la città alla ricerca di un gelato. Sì, la baby desidera un gelato e alla fine abbiamo vinto la caccia al tesoro. Yuppi! Non prima di aver girato disperatamente per la piazza, quella centrale dei festeggiamenti della squadra di baseball, per la via dello shopping, per quella pedonale con quei negozi che sanno di antico, per le viette più interne dove il tempo sembra essersi fermato a chissà quale anno, fino ad arrivare alla famosa zona della connessione wifi, dove tutti sono alla ricerca di chissà cosa.
Riprendiamo il nostro viaggio e lo facciamo percorrendo il Puente del Rio de Yayabo, cioè il ponte più antico di Cuba. Inaugurato nel 1825 è un ponte in pietra cava costruito per consentire l’attraversamento del fiume Yayabo nei periodi di pioggia.
Imperdibile una breve sosta alla casa coloniale di Iznaga che si incontra proprio lungo la strada. Qui beviamo il Guarapo cioè il succo della canna da zucchero, sugo de cana come lo chiamano da queste parti. Decisamente troppo dolce per i miei gusti. Facciamo acquisti nel mercatino presente lungo il viale di ingresso alla casa coloniale, la cui attrazione principale è la torre di osservazione. Una torre alta 43,5 metri dalla cui vetta il padrone osservava gli schiavi lavorare nei campi.
La vista è bella, ma la torre è priva di sicurezza. Per raggiungere la cima bisogna salire delle ripide scale in legno. E più si sale più aumenta il pericolo e diminuisce il livello di sicurezza. Non è un’attrazione da fare con i bambini o con persone che soffrono di vertigini. Anche io non sono riuscita ad arrivare fino alla cima. Mi sono fermata al penultimo livello, lo ammetto.
Prima di entrare nella città di Trinidad ci fermiamo a scattare qualche foto presso il Mirador, cioè il punto più alto della città, da dove è possibile osservare non solo tutta la vallata, ma anche il mare.
Finalmente arriviamo a Trinidad. E’ pomeriggio, c’è ancora il sole e la città si presenta decisamente colorata.
L’accesso al centro è vietato alle auto e sapete cosa significa? Portare i bagagli a mano. E non pensate a un terreno liscio dove poter far scivolare il trolley. Immaginate un terreno ricco di enormi pietre e l’impossibilità di far scivolare il trolley.
DOVE ALLOGGIARE
Hostal Restaurante Coloniale Casa Vieja, Calle Jesus Mendez, 153 Trinidad – La casa particular è una casa coloniale. Le stanze sono graziose, dotate di tutto il necessario ed estremamente pulite (che dopo Camaguey apprezziamo ancora di più) e i ragazzi che la gestiscono sono veramente gentili. Ci accolgono offrendoci una bevanda di benvenuto e a Julia anche un dolcetto.
Lasciamo tutto in camera e andiamo alla conquista della città e non siamo gli unici turisti, anzi… Trinidad è molto turistica. Considerata la città più coloniale di Cuba, ma anche la più aperta alla trasformazione. Incontriamo, infatti, tantissimi cantieri. Nel corso degli anni la città è stata vittima di uragani e questo è uno dei motivi che la rendono particolarmente portata alla rinascita.
COSA FARE
Addentrandoci lungo le viette ci imbattiamo in alcuni ragazzini che giocano a baseball, sport nazionale. E lo fanno a piedi nudi su una strada che tutto è tranne che liscia. Entrando e uscendo dai vari negozietti (i mercatini erano già chiusi) alla ricerca di qualche calamita (vi consiglio di contrattare sul prezzo) veniamo rapiti da una musica che si diffonde nell’aria.
Seguendo la musica arriviamo nel luogo della movida. Una piazza, una scalinata, musica live e ragazzi che ballano la salsa… WELCOME TO CUBA! Ci sediamo per un aperitivo e niente, confermo che le patatine fritte non sono il loro piatto forte. E comunque sono tutti in fermento per la settimana della cultura che inizierà esattamente il giorno in cui noi andremo via… mai una gioia!
Le case sono quasi tutte coloniali, con enormi finestre dalle quali si può osservare l’interno quasi sempre dotato di un ampio salone, un grande patio interno e soffitti molto alti per consentire il ricambio dell’aria.
Alcuni di questi edifici ospitano delle scuole e altri dei negozi. Proprio in uno di questi negozi abbiamo acquistato il tabacco, cioè i sigari cubani. Vi consiglio, infatti, di acquistare i sigari nei negozi ufficiali perché il prodotto è più sicuro.
MANGIARE A TRINIDAD
Paladar La Marinera – se cercate dell’ottimo cibo in un luogo tranquillo, questo ristorante fa al caso vostro. Ambiente ospitale e cucina a vista.
Café Don Pepe – in questo bellissimo Cafè nel cuore di Trinidad potrete gustare il café Turquino. Una bevanda a base di gelato al cocco, granita di caffè e ananas.
La Canchanchara – in questo locale in Calle Real de Jigue, 90 si può degustare la Canchanchara, la bevanda tipica di Trinidad, servita nel tipico contenitore di coccio e composta da miele, limone, grappa, ghiaccio e acqua.
Cerveteri – un vecchio carcere oggi ospita, al piano terra, una fabbrica di birra e una discoteca al piano superiore. Oltre alla produzione di birra, è possibile anche ristorarsi nel locale interno. Un ambiente moderno e allegro.
UN POMERIGGIO AL MARE
Terminato il tour della città decidiamo di rilassarci qualche ora al mare. No, il mare NO! Avevamo detto che al mare si andava gli ultimi giorni di Cuba. Niente da fare. Arriviamo ad Ancon Beach, spiaggia bianca, acqua calda e tutti che si fanno il bagno. Non tutti, ovviamente. Io sono la tipa vestita che osserva il mondo divertirsi, io sono quella con la noce di cocco in mano che si spara selfie sotto una palma. Ah giusto per la cronaca, 2 ombrelloni e 4 lettini sono venuti 8 pesos cioè circa € 8.
Trinidad ci ha sorpreso positivamente. Se state organizzando un viaggio a Cuba, inseritela nel vostro tour.
Vi lascio il video per vivere ancora di più la vita cubana 😉