Suona la sveglia, apro gli occhi e vedo un sole bellissimo penetrare dalla finestra che si affaccia sul giardino. Esco a curiosare e vengo immediatamente invasa da un’ondata di caldo pazzesco, e pensare che è veramente presto, figuriamoci dopo… Usciamo ed andiamo a fare colazione, questa volta niente Starbucks (ancora non lo hanno costruito nella DV). Entriamo nel negozietto accanto al ristorante dove abbiamo cenato e, dopo un giro tra souvenirs, ci dirigiamo nella parte food in cui si trova un angolo dove si possono scaldare cibi e bibite in maniera autonoma. Acquistiamo il latte, lo scaldiamo, lo mettiamo nel biberon che risulta immediatamente talmente bollente che nessuno di noi riesce a tenerlo tra le mani. Ci guardiamo attorno e notiamo degli enormi frigoriferi con all’interno cubetti di ghiaccio (gli americani alla mania del ghiaccio, lo mettono ovunque, acquistano bustoni enormi di ghiaccio), senza dare troppo nell’occhio mettiamo il biberon nel frigo così da raffreddarlo. Scaldiamo i cornetti, ci prepariamo una sorta di cappuccino e recuperiamo il biberon, ancora bollente (ma che ghiaccio hanno gli americani?!?!??!?!). Julia piange disperata perché ha fame, ma abbiamo fatto un disastro con il suo latte ed è costretta ad attendere. La facciamo giocare con degli animaletti giocattolo in vendita e poi, per la gioia della commessa, paghiamo usciamo ed andiamo a mangiare ad un tavolino dove sono ancora ben visibili i segni della sera prima (qualcuno deve essersi divertito abbastanza). Mangiamo i nostri cornetti e ne facciamo assaggiare un pezzetto microscopico a JP che gradisce molto. Tornati in camera ci prepariamo per il devastante tour all’insegna del caldo, così bandana per me e Julia che proprio non la vuole. Le diciamo che è bellissima e si lamenta, le dico che la deve indossare per forza e si rassegna. Siamo pronti per il nostro shooting fotografico, il moderno e l’antico infatti lo sfondo è occupato da attrezzi dell’epoca per cercar l’oro. Qualche scatto con JP che si mette in posa e poi breve sosta alla piscina e all’area giochi dove la piccolina prova l’altalena statunitense che ha il seggiolino diverso dalle nostre. Pronti in maniera definitva, saliamo sul nsotro bolide alla conquista della Death Valley. Percorriamo la Route 178, una strada asfaltata che lasciamo quasi subito per un tratto di terra ricoperto da piccoli sassolini che colpiscono la nostra auto come proiettili ogni volta che vengono calpestati dalle ruote. Davanti a noi c’è una sorta di lago, ma man mano che ci avviciniamo sembra terra arata e non capiamo molto. Leggiamo il cartello Devil’s Golf Corse, un’immensa distesa di sale immersa nel deserto chiamata appunto campo da golf del diavolo. Camminiamo sul sale, facciamo foto e riprese. Il paesaggio è stupendo, le montagne sullo sfondo sembrano quelle del presepe. Veramente spettacolare la natura. Anche Julia prova a camminare sul sale e sembra proprio piacerle tanto questa nuova esperienza. Ripercorriamo la Route 178 fino a Badwater, il grande letto del lago preistorico salato Manly, ormai prosciugato, situato nel punto più basso degli Stati Uniti, 86 metri sotto il livello del mare e tramite un ponte di legno si può scendere e camminarci sopra. Lo scenario è di una bellezza ultraterrena, un paesaggio quasi lunare, dove si vive un’atmosfera unica e un silenzio misterioso. Lungo la parete della montagna è segnato, tramite un cartello, il livello del mare. Pensavo di scivolare, di ritrovarmi a dover pattinare come sul ghiaccio invece è ruvido quindi si cammina in maniera normale. Al tatto sembra quasi sciogliersi, beh allora non tocchiamolo troppo. C’è un piccolo punto dove dove è presente dell’acqua, mamma se è salata. Con questo caldo e questo quantitativo di acqua salata potremmo cuocere della pasta per tutti i turisti presenti 😉 Certo che per quei poveri cercatori d’oro aver trovato dell’acqua e non poterla bere deve essere stata proprio un’amara scoperta. Torniamo indietro sempre sulla Route 178 e facciamo una visita veloce al Golden Canyon e all’Artist’s Palette (la tavoletta dell’artista) dove si possono osservare i diversi colori assunti dalle rocce vulcaniche per mano di pigmenti minerali. Prendendo poi la Route 190 arriviamo a Zabriskie Point, questo è il punto reso famoso dal regista Antonioni e da dove si può osservare un panorama davvero particolare, ci sono diverse collinette che assumono diverse tonalità di colori: un paesaggio lunare. Tanto caldo e tantissimo vento, riusciamo a stento ad osservare tutto perché siamo quasi costretti a camminare con la testa piegata. Il paesaggio è molto bello, ma mi aspettavo qualcosa di spettacolare che non ho trovato. Bene, la nostra gita nella Death Valley si sta per concludere… Las Vegas arriviamo!!!! Nel percorrere l’ultimo tratto di strada dentro la Valle notiamo come le rocce da colori vivaci iniziano ad assumere tonalità sempre più scure, fino a sembrare nere. Guardiamo a destra, guardiamo a sinistra e poi la vediamo davanti a noi come una vera oasi nel deserto, con i suoi palazzi scintillanti, sembra quasi stonare con la pace che ancora c’è attorno a noi. Arriviamo ad un incrocio, ormai siamo totalmente fuori dalla DV, ma la cittadina che incontriamo sembra quasi una città fantasma, tutto tace. Ci fermiamo da Walmart per acquistare qualcosina, soprattutto acqua e per pranzare. I miei hanno acquistato delle pesche talmente buone che Julia le ha divorate. Finalmente abbiamo trovato lo zainetto con il guinzaglio per JP. Leash Kids questo il suo nome serve a far stare tranquilli i genitori e afar credere ai bimbi di essere liberi. Si indossa come uno zainetto, ma ha una sorta di guinzaglio che tiene l’adulto. In questo modo il bambino può camminare senza problemi e semmai dovesse staccarsi dalla presa della mano tentando la fuga verrebbe bloccato automaticamente dal guinzaglio. La trovo un’idea geniale soprattutto nei luoghi affollati e/o pericolosi. Ovviamente in Italia ancora non c’è questo tipo di mentalità. Dopo la sosta di corsa in auto per raggiungere la città del divertimento. La periferia di LV è veramente austera, le case sono costruite dentro dei recinti come se fossero alloggi all’interno di una base militare e tra una villetta e l’altra c’è la distanza di un braccio…privacy zero! La strada inizia a farsi affollata, le auto sfrecciano senza una linea guida definita e lo sbrilluccichio degli hotel ci fa stare con il naso verso l’alto. Passiamo davanti al Luxor, l’hotel del nostro viaggio USA 2000, quanti ricordi… Entriamo sempre più nella town e poi ecco il nostro hotel “The Venetian”… mamma se sei bello!!! Come varchiamo l’entrata iniziamo a respiare il lusso, tutto ciò su cui si posano i nostri occhi stanchi è lusso allo stato puro, i lampadari sono spettacolari e tutti sono molto gentili. Le chiavi delle stanze hanno il faccione di Buddy il boss delle torte. Prendiamo l’ascensore che ci conduce al nostro piano che poi è anche quello della piscina (peccato non avere il tempo per un tuffo), percorriamo un corridoio, poi un altro corridoio, poi un altro ascensore, piccolo corridoio (un labirinto insomma) e finalmente le nostre stanze, apriamo e… WOW!!!! Una suite bellissima, con la vista sulla ruota panoramica, due tv, il salottino (chiamiamolo salottino), letti comodissimi ed il bagno con vasca idromassaggio e doccia grandissima, due lavabi (così non litighiamo). Vi prego non svegliatemi da questo sogno. Giusto il tempo di una sistematina veloce e poi ci tuffiamo nel caos della città, entriamo ed usciamo dagli altri hotel, ceniamo al Cesar Palace e poi continuiamo a girare senza capire bene dove andare. Questa è veramente la città che non dorme mai, negozi aperti sempre e persone allegre in strada a qualsiasi ora. Incontriamo Elvis ovunque e poi strani personaggi dei cartoni, dei telefilm, Julia è affascinata da tutti e da tutto. Mentre i miei continuano a girovagare per le strade affollate, noi tre torniamo in hotel dove ci facciamo un giretto per le calle, in realtà il giretto è obblig
atorio perché ci siamo persi. Alla fine ci arrendiamo e chiediamo informazioni a delle guardie che ci dicono che siamo nel The Palazzo invece noi alloggiano al The Venetian (Il Palazzo insiame al Venezia forma un complesso unico di proprietà della Las Vegas Sands Corporation). Nel tornare verso la nostra stanza passiamo davanti alla Backery di Buddy e poi nuovamente gondole e calle. Finalmente in camera… notte!
7 maggio… Death Valley, Las Vegas
Posted on Luglio 16, 2015