DRIIIIIIN!!!!!! Questa volta il coinquilino ha messo la sveglia con l’ora cubana. Sono le 7, standing ovation per il coinquilino.
Oggi salutiamo Santiago de Cuba.
Questo si traduce in una sola frase “dobbiamo sistemare in tempi record tutti i bagagli”. Vado in bagno a prepararmi e ciò che vedo nello specchio non mi piace per niente. No, non sono spaventata dalla mia faccia perché già la conosco. Ciò che mi spaventa è quella cosa lì…. ahhhhhhhhhh, un secondo herpes. Ma perché?!?!?!?!?
Scendo a fare colazione con la mano sulla bocca. Faccio colazione con la mano sulla bocca. Saluto tutti con la mano sulla bocca. Prendo i bagagli con la mano sulla bocca. Da adesso in poi ci saranno solo mie foto senza volto o con la mano sulla bocca, sappiatelo.
Prima di lasciare Santiago de Cuba, visitiamo il Cimitero dove sono sepolti Fidel Castro e José Martì (il Che è sepolto a Santa Clara).
Dalle ore 8:00 del mattino, ogni 30 minuti c’è il cambio della guardia. Molto particolare e con una musica toccante che ti resta dentro. Ora, dopo più di un mese dal rientro, scrivo questo post a tempo di musica. Per capire meglio di cosa parlo non perdete questo video.
Per visitare il Cimitero di Santiago de Cuba si paga un biglietto il cui costo è di 3 cuc per l’adulto, mentre i bambini non pagano. Una guida spiega, in cubano, la storia degli eroi della rivoluzione.
Usciti da Santiago de Cuba cambia notevolmente lo scenario che ci circonda. L’unica strada che porta da Santiago de Cuba a l’Avana presenta molte lacune (poi ci lamentiamo noi delle nostre buche…). I motociclisti indossano tutti il casco, questo è ottimo, però parliamo di un caschetto simile a quello dei fantini.
Lungo il tragitto notiamo molte persone chiederci un passaggio, con tanto di banconote in bella vista. Qui i trasporti pubblici passano due volte al giorno e, se si perde la corriera, si va a piedi o si fa l’autostop. E per corriera intendo anche dei camion con delle sedie di legno o dei sedili rimediati.
La vita in strada è molto attiva, ma molto calma. Le persone sono in continuo movimento o restano sedute per ore ad attendere chissà cosa. Il tempo scorre e loro sembrano non tenerne conto. Rimaniamo, per un attimo, fermi al semaforo e la mia attenzione viene rapita da un signore che prepara delle granite. Ed ecco davanti a me il grattacheccaro cubano.
La prima tappa intermedia è al Santuario della Nostra Signora della Carità del Cobre.
Arriviamo mentre stanno celebrando la messa e le persone presenti sono tutte ben vestite con in mano dei doni da offrire alla Madonna. Qui si trova, infatti, la statuetta originale, quella in legno che trovarono 3 giovani pescatori in mare. Questa Madonna è stata proclamata patrona di Cuba nel 1916 da Papa Benedetto XV.
Ci fermiamo poi a Bayamo per un breve pranzo.
Brevissimo. Un pacchetto di crackers a testa e una bottiglietta di acqua. Nella piazza principale, Plaza della Rivolucion, sono tutti con il cellulare in mano e indovinate perché? Ovvio, c’è la connessione ad internet. Abbiamo poi fatto una piccola passeggiata lungo la via pedonale, lastricata e ben curata.
I nostri sguardi si soffermano sulle lunghe code al Palacio del Pan perché, come raccontato in questo video, a Cuba la farina è carente e di conseguenza lo sono tutti i prodotti che contengono questo ingrediente. Il pane non è un alimento che i cubani possono consumare quotidianamente e, quando lo trovano, si armano di pazienza e fanno lunghe code per acquistarlo.
Riprendimo il viaggio a bordo del nostro taxi e dal nulla spunta lei, una locomotiva antica. Ok, questa è ferma, non cammina ed è chiusa in un recinto. Questa è così perché, in realtà, a Cuba i treni sbucano dal nulla. Le rotaie sembrano germogliare dal terreno e non ci sono sbarre che impediscono uno scontro tra il turista inconsapevole e il treno, quindi attenzione.
Nel tardo pomeriggio arriviamo a Camaguey, una città con cinema, teatri, sale da ballo.
Sfortunatamente siamo ripartiti il giorno dopo perché un giorno intero ci avrebbe fatto scoprire, sicuramente, una Camaguey diversa. Molto colorata e allegra. Fortunatamente siamo stati solo una notte anche perché questa casa particular non c’è piaciuta proprio. Un livello di pulizia e igiene medio basso ma, trattandosi di una notte soltanto, abbiamo chiuso un occhio.
Da qui iniziano le mie contraddizioni su Cuba. Ancora oggi la descrivo utilizzando di più i contrari rispetto ai sinonimi.
Prima di andare a dormire ricevo un altro bel regalo, ma scoprirete tutto nel prossimo racconto.
Ah, non perdete il video…