Se vi dico Monument Valley a cosa pensate? Ti rispondo io. A tutto e a nulla.
La Monument Valley si associa al rosso, all’infinito, alle rocce, al tramonto, all’alba, a tutto e a niente perché è ancora una terra arida che si cerca di preservare così come la natura l’ha creata.
Partiamo dall’inizio. Kayenta è l’ultimo contatto con la civiltà, non a caso è l’ultima città prima di accedere alla MV. Di solito i turisti preferiscono soggiornare in questa località sia perché i costi degli hotel sono decisamente più accettabili sia perché c’è la possibilità di fare benzina, di trovare cibo a costi moderati e altro.
Da Kayenta, percorrendo la US-163 S, si arriva diretti alla Monument Valley. L’ingresso costa $20 a veicolo fino a 4 persone, ma dopo le ore 19:00 non c’è più nessuno ai controlli e NON SI PAGA… shhhhhh, non ditelo a nessuno!!!
Il primo giorno siamo capitati per caso dopo le ore 19. Il secondo giorno ci siamo capitati volontariamente. Ovviamente dovete stare attenti al fuso perché la Monument Valley ha un’ora in più rispetto all’Arizona.
Se volete assaporare la Monument Valley in tutta la sua bellezza vi consiglio, assolutamente, di soggiornare al suo interno. Ovviamente i prezzi non sono economici, ma ciò che la natura offre vale molto di più. Noi abbiamo soggiornato al THE VIEW HOTEL per circa 300$ a notte, ma abbiamo ammirato albe e tramonti che non dimenticheremo mai. Come non dimenticheremo mai il cielo stellato della Death Valley.
Non vi aspettate una camera da mille e una notte, ma godetevi tutto ciò che circonda l’hotel. Vivrete un’esperienza unica, a contatto con la storia, la natura e, soprattutto, lontano dal caos. La mia paura erano gli animali, la visita di un coyote, uno scorpione nel bagno, ragni nel letto. Fortunatamente nulla. Mi sono potuta godere il rosso senza preoccupazioni. Nella hall si può ammirare un camino bellissimo, molto grande.
La prima sera eravamo eravamo talmente stanchi che abbiamo mangiato in camera gli avanzi del pranzo. La seconda sera siamo andati a mangiare una pizza a Kayenta e mi sono sentita male. Ancora non ho capito se è stata la pizza o la Pepsi che a me proprio non piace, o forse un mix di entrambi.
La mattina mi sono svegliata all’alba. E se dico alba intendo proprio alba, prima delle 6. Ho aperto la tenda della camera e mi sono trovata un party sul balcone. “Goodmorning” – “Ma chi siete? Cosa volete?” Davanti alla nostra camera, appoggiati al nostro balcone, stazionati con cavalletti e reflex da migliaia di dollari avevamo giapponesi, americani, tedeschi e chi più ne ha più ne metta.
L’alba dentro la Monument Valley è qualcosa di veramente sconvolgente. Dalle camere del The View si possono ammirare le Mittens and Merrick Butte talmente da vicino che sembra quasi di averle tra le mani.
Dopo una colazione veloce (abbiamo mangiato solo dei pancakes) e neanche troppo costosa calcolando le tariffe dell’hotel, siamo andati alla conquista della terra rossa sfidando la strada. E che strada! Assolutamente sconsigliato girare per la Monument con un’utilitaria, a meno che non sia nei vostri piani cambiare auto.
Lasciato il Serpentone abbiamo imboccato la Roma Fiumicino. Ops! Scusate, ho sbagliato zona. Lasciato l’hotel che, siamo sincere, assomiglia proprio al Serpentone di Roma, siamo andati su e giù per strade assurde dalle mille sorprese.
Subito incontriamo l’Elephant. O forse l’ho incontrato solo io, perché il THE ELEPHANT in realtà lo abbiamo incontrato più avanti. Allora ho deciso che il primo incontro è stato con il the Rhinoceros 🙂
Si incontrano poi le Three Sisters. Sì, la Nina, la Pinta e la Santa Maria made in USA.
Superato il The Elephant, quello vero, e davanti al Cammel Butte, c’è un sentiero che porta al John Ford’s Point. Il luogo cult di tanti film western, quello dell’immagine del cavallo sulla rupe con lo sfondo di montagne rosse. Trovate le differenze nell’immagine sotto 😉
Poi si passa per il Totem Pole, Sand Spring, The North Window, the Tumb (che a me sembra un cobra), The Artist, fino a tornare al punto di partenza.
In una giornata, anche meno, si può visitare tutta l’area. Se volete potete fare una passeggiata a cavallo. Anche se sono abbastanza cari, è bello passeggiare e guardare la terra rossa rossa dall’alto.
Uscendo dalla Monument e svoltando a destra si va verso… indovinate? Vi do un suggerimento, parliamo della scena di un film. Quale?
Avete indovinato? Forrest Gump! La scena in cui lui smette di correre.
Percorrendo la strada per arrivare al Mexican Hat, si giunge alla Valley of Gods. In pratica la sorellina minore della Monument Valley. Non suggestiva come la maggiore, ma comunque carina.
Il Mexican Hat, come dice il nome, assomiglia al cappello dei messicani. E’ strano vedere come delle rocce piccole possano sostenere quella più grande.
La Valley of Gods è una valle con accesso gratuito che si visita in auto. Si percorre un cerchio, ma noi a poco più di metà strada siamo tornati indietro perché eravamo da soli, era pomeriggio avanzato e non ci sentivamo così tranquilli nel proseguire. Abbiamo notato una roccia che sembrava un leone, il Re Leone. Poi delle rocce che sembravano sospese nel nulla.
Vi lascio anche un piccolo video per rendere meglio l’idea 😉