Sveglia, doccia e colazione da Starbucks… Ormai ci siamo ambientati allo stile di vita degli americani, colazione rigorosamente fuori casa. Questa volta siamo un po’ più veloci del solito perché Massi ed io abbiamo deciso di fare un giro nella town su uno degli storici cable car. Giustamente facciamo sempre tutto all’ultimo minuto. Arriviamo al capolinea passando accanto allo storico Argonaut Hotel, una antica fabbrica portuale di inscatolamento del pesce totalmente restaurata, troviamo un “tram” pronto per la partenza. Saliamo di corsa, tanto il biglietto si fa a bordo e costa veramente una sciocchezza, $ 6 a testa a tratta… quindi questa velocissima gita su e giù per la città ci costa giusto $ 24. Salgono gli addetti ed inizia il tour. Il cable car è un tram senza porte dove all’occorrenza ci si aggrappa fuori e si va. Noi siamo seduti e ci divertiamo come bimbi. Quando iniziano le discese l’adrenalina sale. Attraversiamo anche China Town che negli ultimi 15 anni è cambiata molto molto e ci imbattiamo nella loro biblioteca (non posso raccontare quali negozi erano presenti prima). Arrivati nella town abbiamo due opzioni, trovare qualcuno che ci cambia i soldi (nessun abitante lo fa) oppure tornare verso il mare a piedi (soluzione impossibile viste le molteplice salite e discese che abbiamo attraversato). Decidiamo di andare alla ricerca di qualche modico acquisto per poter avere i contanti giusti in quanto a bordo non li cambiano (almeno non di mattina presto). In questa parte della città la vita è totalmente diversa rispetto a dove abbiamo noi l’hotel, più frenetica, più diurna. Con una bottiglietta d’acqua in una mano ed i 12 dollari nell’altra torniamo verso la fermata. Si è formata un po’ di coda, ma riusciamo a salire senza problemi. Anzi assistiamo anche ad una scena abbastanza strana e divertente. Al capolinea, il conduttore scende dalla vettura e, aiutato dai turisti, fa ruotare la carrozza su una piattaforma girevole ed inverte il senso di marcia.
Arrivati in hotel ci attendono i miei genitori arrabbiatissimi. A mia madre hanno prelevato $ 200 al giorno dalla carta di credito, per un totale di & 600. Massi chiede spiegazioni alla receptionist e neanche lei capisce visto che il nostro soggiorno è tutto saldato dall’Italia. Ci passa al telefono la manager, ci parliamo e poi decido di andarci a parlare di persona perché qualcosa non mi torna. Così mentre gli uomini vanno a ritirare l’auto , le donne vanno a discutere con la manager. Lei ci spiega che in California funziona così, gli hotel prelevano dalla carta di credito il costo della stanza per poi riaccreditarlo in seguito (nonostante uno abbia già pagato tutto). Sentendo ciò mi innervosisco sempre più perché non la trovo una cosa corretta. Mia madre mi fomenta ed i toni si alterano. La manager mi dice di chiamare la nostra banca, ma in Italia è sera (figuriamoci se lavorano). Mi dice di fidarmi di lei, mi da il suo biglietto da visita così da chiamarla anche nei giorni seguenti (certo, la mia nuova migliore amica!) se entro 2 giorni lavorativi non ci accreditano tutti i soldi (perché ovviamente tornerò a San Francisco per continuare la discussione, ovvio!). Alla fine ce ne andiamo via con tanti dubbi ed un biglietto da visita tra le mani (per la cronaca, i 600$ ci verranno riaccreditati a New York, il penultimo giorno del viaggio).
Tutti nervosi, chi per un motivo chi per un altro, carichiamo l’auto pronti per la conquista dello Yosemite. L’unica sempre allegra é Julia che sta veramente conquistando il nuovo mondo.Usciamo da San Francisco percorrendo un ponte lunghissimo, il San Francisco Oakland Bay Bridge. Prendiamo la Free way ed usciamo a Oakland per fare tappa da Walmart. Acquistiamo un po’ di viveri godendoci gli strani personaggi che giornalmente si riversano in questa famosissima catena di supermercati. Risaliamo a bordo del nostro bolide e proseguiamo il nostro percorso. Io dormo, poi apro gli occhi, poi dormo, apro gli occhi, dormo, infine apro gli occhi e al posto della monotona strada di prima vedo un bosco attorno a me, fiumiciattoli, tanto verde di una bellissima tonalità scura ed avverto una pace che mi trasmette tanta serenità. Poco dopo giungiamo a destinazione allo Yosemite View Lodge. La temperatura è perfetta, faceva decisamente più freddo a San Francisco. Lasciamo velocemente le valigie in camera ed andiamo a cena. Accanto al nostro tavolo ci sono dei ragazzi che quando ci sentono parlare in italiano tentano di parlare con noi (lei ha vissuto in Italia e le manca tanto). La nosta camera ha la vista sul bosco, l’angolo cottura ed un bagno abbastanza grande. Come tocco il letto crollo.. l’aver così tanto dormito in auto mi avrà stancata 😉