Partiamo dall’inizio, dalla sua voglia irrefrenabile di avere una stanza tutta sua.
“Sono grande. Voglio dormire da solo!”
La felicità nel poter dormire, liberamente, nel proprio letto. Lui nel suo, io nel mio. Quel letto troppo grande per una persona e troppo piccolo per tre persone. Anche se la terza persona è alta due mele o poco più. Soprattutto se la terza persona ha i poteri di Carletto il principe dei mostri e si allunga 7 metri e 33.
Tutto perfetto, penserete voi.
Mai una gioia, fidatevi voi.
La voglia irrefrenabile di avere ognuno la propria indipendenza (perché ormai siamo diventati grandi), è durata da Natale a Santo Stefano.
La notizia della sorellina in arrivo ha avuto un effetto rinculo di dimensioni mai viste.
Avete presente il gioco del Monopoli? sempre attuale nonostante i suoi 85 anni (ah, visto che ci siamo… Auguri Monopoli!). Basta pescare la carte degli imprevisti sbagliata e ti ritrovi in prigione senza passare dal VIA.
Ecco, l’imprevisto è arrivato senza preavviso. Una mazzata tra capo e collo.
Invece di andare avanti, si tornava indietro. Giorno dopo giorno, non era più così bello dormire da soli.
Quando è arrivata la sorellina poi, non vi dico che belle nottate tutti insieme. Evviva!
Non vi nego che ho pensato seriamente di trasferirmi. In un’altra casa/città/nazione sarebbe stato l’ideale, ma anche andare a dormire in cameretta era un’idea geniale. Bisognava solo metterla in pratica senza destare troppi sospetti.
Quando, ormai, la disperazione era parte di me ho avuto un’illuminazione. L’evasione era l’unica arma a disposizione. Il piano era stato studiato alla perfezione. O almeno credevo.
Oltre alla luce della lampada sparatami in faccia alle 3 del mattino da un padre disperato, che neanche a Distretto di polizia hanno mai osato tanto, ho dovuto subirmi anche l’interrogatorio rimprovero.
Ammetto di aver preso la palla al balzo e, con la scusa di andare in bagno, di aver virato all’ultimo verso la cameretta.
Se volete giudicatemi, ma per un’ora di sonno avrei pagato oro.
Poi è arrivata lei, Irene Marzi di Bimbi Creativi, che con il suo racconto mi ha aperto un mondo o un libro. Sì perché IO DORMO DA SOLO è un libro che si legge con piacere e che i bambini apprezzano tantissimo.
Frasi corte e di impatto. Immagini molto carine, semplici, lineari e dai volti simpatici.
Sapere che non era l’unico della casa a sentirsi solo e che molti amici erano tristi perché lui non voleva stare con loro, lo hanno convinto a dormire nella sua cameretta. O almeno a provare.
E’ stato un percorso lento, ma costruttivo. Le paure non sono andate totalmente via, ma ha iniziato a vederle da un altro punto di vista e a conviverci.
IO DORMO DA SOLO è un libro scritto d Irene Marzi, edito da Valentina Edizioni e illustrato da Nicoletta Manno nell’ambito del corso di illustrazione per l’infanzia tenuto da Anna Laura Cantone presso lo IED.
E’ un racconto che si legge velocemente e dal quale si possono prendere tanti spunti per una chiacchierata con i bambini non solo sul tema della buonanotte. Infatti le paure dei bambini e anche degli adulti sono tante e molto diverse.
Oggi lui ama dormire nel suo amico lettino, circondato dai suoi amici giocattoli, cullato dalle sue amiche coperte.
Anche io sono tornata nel mio amico lettone con il mio amico marito e la mia amica figlia che crescerà con la velocità della luce rubandomi la mia parte di letto e di sonno.
Ho già preso appuntamento con il notaio per recapitarle lo sfratto perché non si sa mai. Nel frattempo ho deciso di acquistare un divano più comodo e studiare un metodo di fuga migliore perché sono una persona previdente.
Per ora lei ascolta i racconti che leggo a lui, quindi sono fiduciosa sul futuro. Come si dice, dai oggi dai domani…
Ringrazio i miei vicini che mi hanno permesso di raccontarvi questa storia facendovi conoscere Irene Marzi e le altre fantastiche donne che hanno dato vita a questo racconto tanto semplice quanto coinvolgente.