Ciao, sono Donatella e scrivo da quando avevo circa 5 anni. Caspita, sembra la presentazione del gruppo delle blogger anonime ed io sembro la Forrest Gump degli scrittori.
Navigando in internet ho scoperto l’iniziativa di Grazia.it “BLOGGER WE WANT YOU” e non ho potuto resistere.
Mi sono iscritta, fin qui tutto ok. Mi è stato richiesto di postare l’articolo con la presentazione del mio blog, no problem. Tutto molto semplice.
Ora che ci rifletto mi rendo conto di non aver mai fatto una vera presentazione del mio blog, del perché io lo abbia aperto, ma soprattutto, del perché io lo abbia chiamato Tale Madre Tale Figlia. Tutti penserete che si chiama così perché sono una mamma ed ho una figlia, ma è molto più semplice. Sono una figlia ed ho una mamma (bisogna sempre osservare la vita da più punti di vista, ricordatevelo).
Una mamma con la quale sono stata in contrasto nella fase dell’adolescenza, ma anche in quella della fanciullezza e (se vogliamo proprio essere sincere) anche in quella della maturità. Diciamo che siamo cane e gatto e mi mandava su tutte le furie quando mi dicevano “Sei uguale a tua madre!”
Quella frase che tanto odiavo, con il passare degli anni me la sentivo sempre più cucita addosso. Talmente tanto cucita e talmente tanto addosso che ho iniziato a sorridere ogni volta che sentivo… “aaaahhhh, tale madre tale figlia”. Ebbene si! Tale madre tale figlia. E quindi?
Quindi le persone non hanno più utilizzato quella frase con la mera accezione negativa, ma con le sue mille sfumature. Ma mica solo di grigio, nero e rosso. Un miliardo di sfumature racchiuse tra i 7 colori dell’arcobaleno.
Ma arriviamo al dunque, Perché ho aperto questo blog?
Come già detto, ho iniziato a scrivere che ero una bambina e già alle elementari avevo deciso che avrei scritto un libro. E l’ho fatto. Se ho pazienza, lo cerco. Se lo cerco discuto sicuro con mia madre perché lo avrà gettato. Ergo, lasciamo stare così. Fidatevi sulla parola, l’ho scritto. Ho iniziato anche a scrivere dei giornaletti che vendevo quando facevo i mercatini al mare. Raccontavo la quotidianità mia e della mia famiglia. No, la privacy ancora non esisteva. Ho smesso di scrivere quando al liceo mi è stato detto che quello che scrivevo non piaceva.
E lo so perché non piaceva e ,a ancora oggi, può non piacere. Nel bene e/o nel male dico sempre la verità. Io non seguo la moda, ma la adatto al mio fisico e al mio stile. Io non dico che tutto è bello e buono perché qualcuno me lo chiede. Io esprimo sinceramente la mia opinione che, sia ben chiaro, può essere diversa da tutto il mondo. Tutto il mondo dice che la make up blender è il top. Io vi dico che l’ho acquistata, l’ho utilizzata e mi è venuto un commento alla Fantozzi… “La corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca!” (siamo sincere, la spugna assorbe tutto il fondotinta che dopo 3 giorni lo devi riacquistare…ciaone!). Inoltre odio le ingiustizie e i furbetti. Non sopporto la prepotenza e chi ti fa la bella faccia ma ti parla dietro. Io sono vera e la verità fa male. Ma a me piace, io amo la verità anche se fa male!
Mi sono riaffacciata nel mondo degli scrittori grazie a My Space. Era il 2006 o 2007, scrivevo di me, della mia vita, raccontavo le mie giornate in modo così semplice e ironico che pensavo fosse solo un mio diario online da rileggere ogni tanto. E, con mia grande sorpresa, le persone iniziarono a seguirmi, ad incoraggiarmi, ad interagire con me. Era il mio momento di gloria. Magicamente è sparito My Space…ah ma GRAZIE!
Quando sono stata catapultata nel mondo del lavoro avevo zero tempo per me stessa, figuriamoci per un diario. Quando ero in vena riempivo post-it colorati abbandonati inermi in qualche cestino.
Poi sono diventata mamma ed ho sentito, nuovamente, la necessità di avere uno spazio tutto mio dove raccontarmi e, in alcuni casi, sfogarmi. Una sorta di terapia dallo stress. In fin dei conti tirare fuori ciò che si ha dentro fa sempre bene.
In questo mio blog, ma preferisco definirlo ancora oggi il mio diario non troppo segreto (in fin dei conti vi parlo dei fattacci miei), racconto le mie giornate con la chiave ironica che mi contraddistingue.
Parlo di lifestyle, travel, food, beauty, del rapporto che ho con mia figlia (ebbene sì, sono una mamma ed ho una figlia). Lo so parlo della qualunque perché la qualunque fa parte della mia vita e penso che questo spazio possa essere un grande regalo da lasciare ai posteri.
In fin dei conti il futuro si costruisce grazie al passato.