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Open day

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“Signora buongiorno, la chiamo dal centro estetico tal dei tali per invitarla il giorno x ad una giornata open day” – “Guardi, la fermo subito. La ringrazio, ma non ho tempo in questo periodo”. (Il fatto che io non abbia tempo è assolutamente vero, ma ancora più vero è che odio gli open day).

“A che ora ci vediamo per l’open day? Confermato venerdì, giusto?” – Questa volta sono io che invio un msg, sono io che chiedo la conferma dell’appuntamento, sono io che mi prendo anche un pomeriggio libero dal lavoro per partecipare ad un open day.

Primo particolare, io e la mia amica ci diamo un appuntamento e, ovviamente, io aspetto da una parte e lei dall’altra (già questo doveva essere un segno premonitore). Ci dirigiamo al luogo dell’open day (al momento mantengo il segreto) chiacchierando in tutta tranquillità perché convinte di perdere un pomeriggio perché in fondo a noi questo open day non interessa. Arriviamo alla scuola, austera dall’esterno, grigia, che proprio non ti invoglia ad entrare. Sono quasi tentata di andarmene, ma oggi partecipo a questo open day in veste ufficiale di genitore A/B/C, 1/2/3 (ancora non ho capito che razza di genitore sono, prima era semplice compilare un modulo perché esisteva madre e padre mentre oggi si va per lettere o per numeri). Quasi quasi rimpiango la signorina del call center che mi invitava ad una prova gratuita (poi mica tanto gratuita visto che cercano di convincerti a sottoscrivere mille abbonamenti) e rilassante (ma io non riesco a rilassarmi se qualcuno mi mette le mani addosso perché mi viene troppo da ridere). Sono tesa, stressata, questa storia della scelta della materna è devastante. Non puoi sbagliare perché ne va del futuro di tuo figlio, devi fare una scelta secca e la devi anche fare corretta. Una volta potevi lasciarti un po’ di porte aperte e mettere più scuole nella domanda, mentre oggi puoi dare una preferenza per la comunale ed una preferenza per la statale. Cioè?????????? E se sbaglio? E se non me la prendono? Sudo freddo, voglio un aiuto, voglio andarmene, scappare, fare un salto nel futuro e trovarmi già a settembre anno scolastico iniziato. La materna è un trampolino di lancio per le elementari, che sono un trampolino di lancio per le medie, che sono un trampolino di lancio per le superiori, che sono un trampolino di lancio per l’università, che è un trampolino di lancio per il lavoro, che al mercato per due soldi mio padre comprò. Ma quì non siamo alla fiera dell’est e quasi quasi preferisco andare al primo negozio di animali e comprare un topolino pagandolo anche più di due soldi. Sono ferma sulle scale, osservo la mia amica e mi convinco ad entrare.

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“Salve, siete quì per l’open day? Prego vi accompagno dalle maestre”. La signora ci accoglie con estrema gentilezza ed ancora più gentile ed accogliente è la scuola stessa. Un edificio tanto grigio e freddo fuori quanto colorato e caldo dentro. Sulla parete di destra ci sono tanti disegni (decisamente dei bimbi più grandi) che ritraggono immagini del Piccolo Principe e sono bellissimi. Entriamo nell’ala materna e veniamo accolte da bimbi sorridenti, fogli dai mille colori appesi quà e la sui muri, giochi, lavoretti più o meno riusciti e sorrisi, tanti sorrisi, dei bimbi, delle maestre, della dirigente scolastica (che è anche la dirigente scolastica del nido di JP). Tutto ciò mi provoca stordimento, la testa mi gira, i muri girano e in un attimo vedo una bimba dai capelli corti che disegna e cerca di scrivere e sono io  quella bimba, sono stata catapultata nel passato e tutto ciò mi sa di casa (anche se io ho frequentato un’altra scuola). La mia amica mi risveglia da questo torpore e mi chiede se vogliamo andare a vedere l’ala antimeridiana. Ma si andiamo… Anche in questo caso le maestre sono gentilissime, ci fanno vedere le aule, ci spiegano un po’ la didattica e WOW! fanno psicomotricità, inglese, laboratori. La mia amica le riempie di domande mentre io partecipo, ascolto e non fiato. Si girano verso di me e mi chiedono se ho domande, ma non ne ho, non ho studiato, non ero pronta ad un open day. Non posso certo dire che sono andata così tanto per andare. Non conosco neanche le basi, la differenza tra classe eterogena ed omogenea*, figuriamoci se mi addentro in domande ben più complesse. Doveva essere un tour di pochi minuti, si è rivelato un tour ben più lungo di qualche minuto. Non esiste particolare differenza tra la comunale e la statale, almeno dal punto di vista didattico. Entrambe hanno laboratori, entrambe fanno inglese, la statale dispone di meno fondi quindi bisogna pagare qualcosina in più rispetto alla comunale (che rispetto al nido è come andare a scuola gratis). Alla fine non volevo andarmene, volevo rimanere lì dentro, con quelle maestre, con quei muri, con quei disegni, con quei colori, con quei giochi, con quella strana sensazione di stare in famiglia.

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Uscite dall’edificio ci siamo guardate in faccia (io e la mia amica) e avevamo le classichhe espressioni delle persone che in cuor loro hanno deciso, si sono innamorate, hanno le farfalle nello stomaco, ma… e quando c’è un ma sono sempre dolori, sono notti insonni di pensieri, sono fogli scritti di pro e contro. E i pro sono tanti, la lista è lunghissima e la lista dei contro è popolata da una sola parola… distanza! Cavolo!!! E’ distante, non troppo distante. Sono 900 metri, che sono pochi, ma sono anche tanti se si considera che i bimbi sono piccoli, che potrebbero essere stanchi, che può piovere etc etc. In macchina è troppo vicino e non ne vale la pena e a piedi, a piedi. “Beh, cronometriamo quanto ci mettiamo”. Lei conta i minuti, io conto i passi, c’è qualcuno che vuole contare altro? “Ok, sono 10 minuti per noi. Con i bimbi si raddoppia, quindi 20. Se viene tua madre 25. Io ho i gemelli e sono 30”. Traduzione… è distante.

Per riprenderci dal dolore che ci ha dato la dura verità (la scuola ottima e la distanza notevole), abbiamo deciso di gustare una deliziosa cioccolata calda. In fin dei conti il troppo pensare devasta.

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La prossima settima avremo l’open day in un’altra scuola decisamente più vicina a noi, ma chissà come sarà. E voi come ne siete uscite dagli open day per la scelta della scuola?

* per chi come me pensa si tratti di divisione maschi/femmine o classi miste, in realtà eterogenea sta per classe con bimbi di 3/4/5 anni insieme e omogenea sta per classe di bimbi della stessa età o 3 o 4 o 5 anni

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